Come Avviare un Allevamento di Conigli a Terra
Il coniglio (Oryctolagus cuniculus) appartiene alla famiglia dei leporidi e il nome latino suggerisce che uno dei suoi passatempi preferiti è quello di scavare cunicoli. In verità, il coniglio selvatico lo fa per nascondersi dalle prede, mentre quello “domestico” per istinto: pur vivendo in ambiente più protetto, è noto per essere un animale pauroso. Le razze selezionate dall’uomo sono tante e di varie dimensioni; possiamo trovare dal “gigante fiammingo” che può arrivare a pesare intorno agli 8 kg, al piccolo nano olandese che in genere pesa meno di 1 kg. L’aspettativa di vita in un coniglio si aggira tra i 5 e i 10 anni. Questo grazioso mammifero ha altre caratteristiche che lo contraddistinguono, ad esempio i denti incisivi molto evidenti ed il pelo morbido. Non cammina, bensì si sposta saltando. Il suo temperamento è molto pacifico e socievole, in natura vive in colonie con alcuni individui dominanti, perciò sopporta male la solitudine. Tornando alla nostra produzione avicunicola, vediamo come possiamo allevare conigli a terra.
L’allevamento a terra è l’ideale per i conigli, poiché questo animaletto non tollera bene la gabbia e gli spazi ristretti. Dobbiamo quindi disporre di un ambiente all’aperto, preferibilmente lontano da fonti inquinanti (fabbriche, industrie, diramazioni stradali…): la campagna sarebbe l’ideale. Il massimo benessere dell’animale è indispensabile per una produzione di qualità.
L’allevamento biologico, rispettoso della specie, prevede la realizzazione di uno spazio a loro dedicato che prende il nome di garenna. È un territorio recintato dove collocare diversi elementi utili alla sopravvivenza del coniglio. Essi sono: un pagliaio, che serve come rifugio e riserva alimentare, nidi esplorabili, abbeveratoi e mangiatoie. La recinzione, possiamo dividerla in due parti per permettere la rotazione. Per evitare la fuga del leporide, è bene fissare la rete nel terreno fino ad una profondità di 50-60 cm. Chi fosse interessato, può consultare il Regolamento Comunitario 18/04/99 che disciplina le attività zootecniche con metodo biologico.
Ora dobbiamo scegliere la razza. Ce ne sono diverse in giro per l’Italia (Leporino di Viterbo, Grigio rustico toscano…), io consiglio di scegliere i “nostrani” legati al nostro territorio di appartenenza e quindi già adattati. Approfondimento Come diventare impreditore agricolo (clicca qui) Potete informarvi se nella vostra zona esiste un allevatore e procurarvi i vostri esemplari (perlomeno un maschio ed una femmina)..
Avventurandoci in questo campo, anche se solo per passione o per economia domestica, dobbiamo comunque sapere di cosa si nutre questo buffo animaletto e quali sono le sue abitudini. Il coniglio “domestico” mangia tutto ciò che troverebbe in natura allo stato selvatico (radici, erba, frutta, cortecce, foglie secche, semi…), è un erbivoro per eccellenza. Se la stagione non lo consente, non dobbiamo fargli mancare il fieno, indispensabile per un consumo corretto e la ricrescita dei “dentoni”. Altri alimenti che possiamo utilizzare sono il sedano, le carote, prezzemolo, insalate e così via. Da evitare l’eccesso di carboidrati (pane, farine, fette biscottate…) difficilmente assimilabili dall’apparato digerente del mammifero. Inoltre, non dimentichiamo di non far mancare mai l’acqua negli abbeveratori.
Una corretta alimentazione è indispensabile per preservare il buono stato di salute degli animali. Il coniglio è un animale piuttosto cagionevole se trascurato, inoltre un semplice malessere in un individuo può propagarsi all’intera colonia e, nei casi più gravi, abbatterla completamente. Tra le malattie più comuni ci sono i disturbi gastrointestinali, la coccidiosi, il raffreddore, le patologie dentarie… Perciò, trattiamo amorevolmente i nostri animaletti, dando loro le attenzioni che meritano.
Non dimenticare mai: Gli alimenti devono essere freschi e puliti, i conigli sono sensibili a batteri e parassiti