Come Fare un Esposto al Provveditorato degli Studi
Molti continuano a chiamarlo Provveditorato degli Studi, ma la denominazione attuale è Ufficio Scolastico Territoriale, spesso indicato come Ambito Territoriale Provinciale, che fa capo all’Ufficio Scolastico Regionale del Ministero dell’Istruzione e del Merito. È l’autorità amministrativa che esercita funzioni di vigilanza, supporto e ispezione sulle istituzioni scolastiche statali e, per specifici profili, anche su quelle paritarie del territorio. A questo ufficio ci si rivolge quando la scuola non risponde o quando la questione esula dalle competenze del dirigente scolastico, per esempio nei casi di presunte violazioni di norme sul funzionamento degli organi collegiali, irregolarità amministrativo-contabili, gestione dei docenti e del personale, inadempimenti gravi su sicurezza e tutela degli studenti, discriminazioni, violazioni dello Statuto delle studentesse e degli studenti o della privacy, conflitti di interesse negli appalti o disservizi rilevanti in mensa e trasporti scolastici attivati dalla scuola.
Prima di inviare un esposto è ragionevole tentare il canale interno. Un colloquio con il dirigente scolastico, un reclamo scritto protocollato alla scuola, il coinvolgimento degli organi collegiali o del responsabile per la sicurezza chiariscono molte situazioni e creano comunque una traccia che l’Ufficio Scolastico potrà esaminare. L’esposto ha senso quando i riscontri interni mancano, quando emergono profili di particolare gravità o quando serve un soggetto terzo che verifichi fatti e atti.
Capire che cosa è un esposto e in cosa differisce da reclamo, querela e accesso atti
L’esposto all’Ufficio Scolastico non è una querela penale, non è una diffida e non è una causa. È una segnalazione formale affinché l’amministrazione competente verifichi un fatto potenzialmente irregolare o dannoso e, se del caso, adotti i provvedimenti di propria competenza. Diverso è il reclamo diretto alla scuola, che è un’istanza di parte finalizzata a ottenere un intervento o un chiarimento nell’ambito del rapporto con l’istituto. Diversa è anche la querela all’autorità giudiziaria, che attiva l’azione penale e ha presupposti ben più stringenti. A latere, l’accesso agli atti ai sensi della legge 241/1990 serve a prendere visione dei documenti del procedimento per conoscerne lo stato e fondare meglio la propria richiesta. Tenere distinti questi strumenti consente di usarli in modo efficace e coerente.
Mettere in ordine i riferimenti normativi e i fatti rilevanti
Un esposto funziona quando è ancorato a norme e fatti. È utile richiamare solo ciò che è pertinente. In materia scolastica i riferimenti più ricorrenti sono il Testo Unico 297/1994 per l’ordinamento, la legge 241/1990 sul procedimento amministrativo per i diritti a una risposta e alla trasparenza, il DPR 249/1998 e il DPR 235/2007 per lo Statuto delle studentesse e degli studenti, il D.lgs. 81/2008 per la sicurezza nei luoghi di lavoro declinata in ambito scolastico, il Regolamento europeo 2016/679 e il D.lgs. 196/2003 per i profili di protezione dati, il Decreto Interministeriale 129/2018 per la contabilità delle scuole, la legge 107/2015 e successive norme per aspetti di governance e PTOF. Non è necessario scrivere un trattato, ma indicare con chiarezza quale regola si ritiene violata, quando e come, rende l’istruttoria più rapida.
Sul piano dei fatti, è decisiva la precisione. Occorre ricostruire le circostanze con date, luoghi, persone e ruoli istituzionali coinvolti, riportare eventuali risposte già ricevute, allegare documenti e mail protocollate, evitare valutazioni generiche o accuse apodittiche. Se si segnalano episodi che riguardano minori, si deve tutelarne l’identità e non diffondere dati personali non necessari, ricordando che anche nell’esposto si applica la disciplina privacy.
Preparare il dossier: documenti, prove e tracciabilità
La parte più sottovalutata è la costruzione del dossier. È utile predisporre una breve cronologia degli eventi, allegare la copia dell’istanza o del reclamo già presentato alla scuola con relativo numero di protocollo, includere eventuali risposte, verbali di consigli di classe o di istituto, circolari e comunicazioni ufficiali, fotografie o relazioni tecniche se il tema è strutturale o di sicurezza, eventuali certificazioni o relazioni specialistiche se si tratta di inclusione o bisogni educativi speciali. Le testimonianze possono essere raccolte come dichiarazioni scritte sottoscritte, ricordando che l’Ufficio Scolastico potrà a sua volta sentire persone informate sui fatti. È sconsigliato allegare materiale ottenuto in violazione di legge, come registrazioni occulte o copie di documenti sottratti: oltre a essere inutilizzabili, possono ritorcersi contro il segnalante.
La tracciabilità comincia dal modo in cui si invia l’esposto. La PEC è lo strumento preferibile perché dà prova legale di invio e consegna. In alternativa la raccomandata A/R; il deposito a mano è possibile ma richiede ricevuta di protocollazione.
Individuare il destinatario giusto e la PEC corretta
Il destinatario tipico è il Dirigente dell’Ambito Territoriale della provincia in cui ha sede la scuola. Sul sito dell’Ufficio Scolastico Regionale sono pubblicati i recapiti e le PEC degli ambiti territoriali, nonché l’organigramma per aree tematiche. In esposti di particolare impatto si può mettere per conoscenza l’Ufficio Scolastico Regionale, il dirigente scolastico della scuola interessata e l’Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’USR. Se l’oggetto investe profili trasversali, come appalti della mensa o trasporto scolastico gestiti dal Comune, può essere utile girare per conoscenza anche all’ente locale, specificando che l’oggetto riguarda la scuola e che il controllo di legittimità sul servizio educativo è in capo all’UST. Evitare invii indiscriminati a decine di indirizzi aiuta a non disperdere la responsabilità.
Scrivere l’esposto: struttura, tono e contenuti essenziali
Un esposto efficace è chiaro, sintetico e strutturato. L’oggetto deve dire esattamente di cosa si tratta, indicando la scuola, l’oggetto e, se presente, il numero di protocollo di precedenti interlocuzioni. In apertura è utile presentarsi con nome, cognome, recapiti, legittimazione all’interesse (genitore di alunno, docente in servizio, cittadino che segnala un pericolo esterno alla scuola), specificare l’istituto coinvolto e la classe o l’ufficio quando pertinente. Subito dopo conviene ricostruire i fatti in ordine cronologico, evidenziando i passaggi già effettuati in sede scolastica e i relativi esiti. Segue la parte giuridica essenziale, dove si indica quale norma si ritiene violata e perché. La conclusione contiene la richiesta: di accertare i fatti, di adottare i provvedimenti conseguenti, di disporre ispezione o parere, di essere informati degli esiti e del responsabile del procedimento. Il tono deve restare fermo ma civile, privo di espressioni diffamatorie, aderente ai fatti. Se ci sono profili di urgenza per la sicurezza, va motivata l’urgenza e chiesto un intervento tempestivo.
Protezione dei minori e privacy: accortezze imprescindibili
Quando l’esposto riguarda episodi che coinvolgono studenti, docenti o personale, il rispetto della riservatezza è un obbligo, non un optional. È necessario evitare la diffusione di dati sensibili, diagnostici o disciplinari non strettamente necessari all’oggetto della segnalazione. Nelle copie degli atti allegati vanno oscurati i dati non pertinenti, specie se si trasmette via PEC a più destinatari. Nel testo si può usare iniziali o ruoli anziché nomi completi quando possibile, ricordando però che l’UST, per svolgere l’istruttoria, potrebbe dover conoscere l’identità delle persone coinvolte e che la legge 241/1990 consente l’accesso al procedimento alle parti controinteressate. Serve quindi misura: dettagliare ciò che serve, evitare il superfluo e proteggere in particolare i minori.
Come gestire l’urgenza: sicurezza, salute e disservizi gravi
Se l’esposto segnala situazioni di rischio immediato, come infissi pericolanti, impianti elettrici danneggiati, presenza di materiale potenzialmente nocivo, episodi di violenza o di bullismo con rischio attuale, è opportuno indicare chiaramente perché la situazione sia urgente e quali misure temporanee si richiedono, come un sopralluogo immediato, la sospensione di un’attività o l’attivazione dei protocolli anti-bullismo. Nei casi che investono la sicurezza sui luoghi di lavoro scolastici, la segnalazione al dirigente scolastico e al responsabile del servizio prevenzione e protezione va comunque fatta in parallelo; nei casi estremi, la segnalazione agli organi di vigilanza competenti per materia, come ASL o Ispettorato, può affiancare l’esposto all’UST. L’UST non sostituisce la scuola nella gestione dell’emergenza ma può indirizzare, istruire e, se necessario, attivare ispezioni.
Che cosa aspettarsi dopo l’invio: protocollazione, istruttoria e possibili esiti
Dopo l’invio via PEC o raccomandata, l’esposto viene protocollato e assegnato a un funzionario o a un dirigente. L’UST, applicando la legge 241/1990, deve individuare un responsabile del procedimento e, se necessario, richiedere integrazioni. Spesso il primo passo è la richiesta di relazione al dirigente scolastico, che è tenuto a rispondere. In base alla materia e alla gravità, l’UST può disporre un’ispezione, coinvolgere un ispettore tecnico, sollecitare gli organi collegiali, fornire pareri vincolanti o rimettere la questione all’USR. Gli esiti possibili vanno dal semplice chiarimento con archiviazione, alla richiesta di misure correttive, fino all’avvio di procedimenti disciplinari o alla segnalazione ad altre autorità quando emergono profili penali o contabili.
Non esiste un termine unico per la definizione degli esposti, perché dipende dalla complessità. È legittimo però chiedere, in chiusura dell’esposto, di essere informati dell’avvio e del nominativo del responsabile, nonché degli sviluppi entro un termine ragionevole. Trascorso un tempo ampio senza riscontri, è possibile inviare un sollecito e, in ultima istanza, attivare gli strumenti previsti dalla legge 241/1990 per l’inerzia della pubblica amministrazione, come il potere sostitutivo dell’USR o l’accesso agli atti sullo stato del procedimento.
Strumenti complementari: accesso agli atti, esposti ad altre autorità, tutela del segnalante
L’accesso agli atti è il compagno naturale dell’esposto. A distanza di qualche settimana si può chiedere di visionare il fascicolo per capire che cosa è stato acquisito e quali passaggi sono stati compiuti. In materie particolari possono essere utili segnalazioni parallele: ad esempio, per presunte irregolarità contabili al Revisore dei conti dell’istituzione scolastica, per appalti alla stazione appaltante e, nei casi previsti, ad ANAC; per violazioni privacy al DPO della scuola e, se del caso, al Garante; per infortuni e sicurezza al servizio prevenzione ASL. Il personale della scuola che segnala illeciti può beneficiare della tutela del whistleblowing ai sensi del d.lgs. 24/2023, che protegge contro ritorsioni e prevede canali dedicati di segnalazione interna ed esterna; informarsi sulle modalità previste dall’USR e dall’istituto permette di scegliere il canale più sicuro.
Errori da evitare che indeboliscono l’esposto
Un esposto inefficace è spesso un esposto confuso. Accuse generiche, toni aggressivi, richieste impossibili, allegati inutili o non pertinenti, citazioni normative a pioggia senza legame con i fatti sono i principali errori. Anche inviare la segnalazione a un numero eccessivo di destinatari, inclusi i media, prima di avere un riscontro istituzionale, può irrigidire i rapporti senza accelerare la soluzione. È controproducente omettere o alterare dati rilevanti: la PA istruisce con la logica della prova e un rapporto che non regge al controllo si ritorce contro chi lo scrive. Infine, non bisogna confondere la funzione dell’UST con quella disciplinare interna della scuola o con quella dell’autorità giudiziaria: chiedere all’UST di “punire” qualcuno o di risarcire danni economici non è in linea con le sue competenze.
Se sei un genitore, uno studente o un docente: profili specifici di legittimazione
I genitori hanno titolo a segnalare questioni che riguardano il benessere, la sicurezza, i diritti educativi dei figli e il corretto funzionamento della scuola. È opportuno che, prima dell’esposto, abbiano tentato una soluzione con il dirigente scolastico e, quando il tema è didattico, con i docenti interessati, anche attraverso il Consiglio di classe. Gli studenti delle scuole secondarie possono presentare esposti e reclami, specie in materia di rispetto dello Statuto e di partecipazione, adottando toni e forme adeguate e, se minorenni, con la mediazione dei genitori. I docenti e il personale ATA possono segnalare irregolarità organizzative, gestionali e di sicurezza, tenendo presenti i canali interni e le tutele previste dalla disciplina del pubblico impiego; in presenza di rapporti di lavoro, è utile il supporto sindacale.
Un percorso operativo suggerito per massimizzare le chance di esito
Un approccio prudente e strutturato aumenta le probabilità di ottenere una risposta utile. Conviene partire da un confronto scritto con la scuola, lasciare passare il tempo necessario per un riscontro, quindi, se il problema persiste, inviare l’esposto all’UST con PEC, corredato da documenti essenziali e richieste chiare. In parallelo si può, se serve, attivare l’accesso agli atti per conoscere lo stato del fascicolo. Se la situazione è urgente, lo si indica motivando l’urgenza. Dopo l’invio, è buona prassi attendere qualche settimana e poi, in assenza di riscontri, sollecitare o attivare il potere sostitutivo. Se l’UST avvia un’istruttoria, collaborare fornendo quanto richiesto e mantenendo un dialogo corretto aiuta la chiusura. Solo quando tutti i rimedi amministrativi si sono rivelati inefficaci ha senso valutare strumenti contenziosi.
Conclusioni
Fare un esposto all’ex Provveditorato degli Studi non è una mossa ostile, ma un modo per chiedere che una questione venga vista con gli occhi dell’autorità preposta alla vigilanza. La chiave sta nella chiarezza dei fatti, nella misura dei toni, nel rispetto della privacy e nella conoscenza degli strumenti disponibili, dalla semplice richiesta di stato alla PEC formale, dal potere sostitutivo all’accesso agli atti, fino alle tutele del whistleblowing e, in ultima istanza, al giudice amministrativo. Con un dossier solido, un’esposizione ordinata e una strategia graduale, il tuo esposto sarà più di uno sfogo: diventerà il punto di partenza di un’istruttoria che, nella maggior parte dei casi, può portare a un chiarimento, a un intervento correttivo o a un provvedimento, restituendo alla scuola e alle famiglie la fiducia in un’amministrazione che ascolta e risponde.