A tutti è capitato di non passare un esame così come un colloquio di lavoro, di non ricevere risposta dopo l’invio di un CV, di non essere riconosciuti come ci si aspettava; gli insuccessi a scuola e sul lavoro sono all’ordine del giorno, ed è per questo che bisogna essere pronti a reagire in maniera efficace.

La delusione è il sentimento tipico che si associa ad un insuccesso,e si trasforma facilmente in frustrazione o anche in rabbia, nel caso in cui gli insuccessi siano ripetuti. Sono chiaramente sensazioni negative, per così dire di blocco, che hanno in comune un rimuginare statico; persino la rabbia, apparentemente esplosiva, è un assetto mentale che agita senza dirigere verso la via d’uscita.insuccessi

Si capisce subito che proprio i sentimenti associati all’insuccesso vanno in qualche modo contenuti per poter trovare la spinta necessaria ad insistere, fino ad ottenere quello che volevamo. In caso contrario, se ci bloccassimo e fermassimo la corsa, questo sarebbe un fallimento per definizione: smettendo di provare è certo che non si arriverà all’obiettivo.

Ci troviamo a dovere affrontare un insuccesso ogni volta che riponiamo le nostre aspettative in qualcosa che poi non si verifica; questo può capitare in qualsiasi ambito e in qualsiasi momento della vita, nelle situazioni più disparate. Nonostante ogni caso sia diverso per importanza ed eventuali conseguenze, possiamo tenere a mente dei piccoli accorgimenti per effettuare un cambio di prospettiva; questo consente di reagire in maniera costruttiva di fronte a quello che viene vissuto come un fallimento, ma che ancora non lo è:
1- l’impatto non è discutibile: di fronte all’insuccesso si rimane male. I propri sentimenti vanno sempre rispettati, quindi prendeteli in considerazione e viveteli ma senza crogiolarvi: l’intenzione è di rimettersi in piedi in fretta;
2- come sempre uno sguardo analitico alla situazione, se non risolve, aiuta: prendete le distanze, per quanto possibile, da voi stessi, osservatevi dall’esterno e interrogatevi su quali aspetti non erano proprio vincenti. In questo modo il vostro insuccesso diventerebbe una fonte di informazioni importantissima, utile per correggersi la volta successiva. Visto da questa prospettiva un insuccesso è diventato una risorsa che definisce le basi da cui ripartire. Non male, no?
3- un aiuto esterno potrebbe essere utile: mettere a confronto la propria strategia con quella di un’altra persona permetterebbe di mettere in luce i lati più deboli ma anche quelli più forti di entrambe, permettendo così di fare propri nuovi aspetti positivi che prima mancavano; a questo punto si potrebbe mettere in atto la strategia risultante, di certo molto più efficace;
4- l’ultimo punto è qualcosa a cui aggrapparsi nei momenti più difficili, e di cui essere anche abbastanza orgogliosi: nessuno è immune agli insuccessi, a meno che non sia privo di obiettivi. A voi piacerebbe?

Soluzioni semplici.


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Quando si ottengono risultati si diventa un faro per chiunque ci segua. Il successo ottenuto ci trasforma in guide ed esempi per le persone. Si diventa un leader. La resposabilità di un leader è riuscire a comunicare le proprie esperienze, creare entusiasmo e indicare la via giusta per permettere alle persone di ottenere gli stessi risultati. L’efficenza di un leader si riconosce dai suoi comportamenti. ecco alcuni atteggiamenti che indipendentemente dal contesto in cui agisce, un buon leader sviluppa e mette in pratica.

“Guidate e ispirate le persone. Non cercate di gestirle e di manipolarle.
I magazzini possono essere gestiti ma le persone vanno guidate”
Henry Ross Perot

Il leader guida un team verso gli obiettivi.
Avere una visione ampia di cosa si vuole. Stabilire di raggiungere una meta attraverso obiettivi realizzabili e realistici, questo è lo scopo di un leader. Saper scegliere le giuste strategie avere la capacità di guidare le persone attraverso le difficoltà e i cambiamenti fanno di un leader la guida di un team.

Il leader crea un ambiente motivante per la sua squadra.
saper scegliere le persone con cui si lavora e si vuole raggiungere un obiettivo è fondamentale. Un ambiente costituito da persone motivate, che hanno gli stessi interessi, crea un clima positivo per raggiungere il successo. Saper comunicare, gestire la gerarchia in un team senza creare equivoci rafforza lo “spirito di squadra” e permette di raggiungere risultati eccezionali.

Il leader infonde dei valori.
Essere un leader significa innanzitutto saper trasmettere la propria filosofia di vita. Un leader è di esempio, sempre e comunque. Una concezione della vita volta al rispetto del prossimo, principi morali che vanno oltre il raggiungimento del successo, sono qualità che fanno di un leader una vera guida per contribuire alla crescita delle persone che lo seguono.

Il Leader motiva il suo gruppo.
La capacità di capire le persone che fanno parte del suo team sapere quali sono le loro debolezze esaltare le loro qualità, permettono al leader di motivare le persone portarle ad eccellere nelle loro prestazioni.

Il leader si confronta.
I problemi sono delle valide opportunità per potersi confrontare con gli altri e ottenere dei feedback positivi, il confronto è un momento di crescita collettiva. Il leader stima il prossimo dà valore al suo giudizio e ottiene in cambio la sua fiducia. Il confronto se ben gestito rafforza la condizione del leader perchè permette di delegare le responsabilità e crea un clima di fiducia e spirito di squadra.

Il leader comunica.
Saper comunicare comprende l’abilità di saper trasmettere tutti questi atteggiamenti descritti. Comunicare nel suo significato più ampio descrive l’abilità di assumere il punto di vista del prossimo, capire le sue emozioni e bisogni per poter dare delle risposte. Comunicare energia, passione, Idee, visione di un futuro da poter costruire e condividere. Ecco la comunicazione efficace che possiede un leader.


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L’accordo con cui le parti di un contratto di locazione definiscono transattivamente le liti giudiziarie fra loro pendenti circa la durata del rapporto e l’ammontare del canone, stabilendo una determinata scadenza per il rilascio dell’immobile ed un corrispettivo per il suo ulteriore godimento, trova la sua inderogabile regolamentazione nei patti del negozio transattivo e, in via analogica, nella normativa generale delle locazioni urbane, ma si sottrae — data la sua genesi e l’unicità della causa che avvince il complesso rapporto — alla speciale disciplina giuridica che regola la materia delle locazioni (leggi di proroga legale, legge cosiddetta dell’equo canone e successive modificazioni). Peraltro il precedente rapporto (convenzionalmente estinto alla data della transazione) resta regolato dallo stesso negozio transattivo e, in mancanza di patti contrari, dalla normativa ordinaria e speciale previgenti (Cass. 14 novembre 1995 n. 11806).

Ribadendo quanto statuito dalle precedenti pronunce, la S.C. ha affermato che le parti di un contratto di locazione di un immobile urbano possono definire transattivamente la lite tra loro pendente relativa alla durata o ad altri aspetti del rapporto, convenendo tra l’altro la data di rilascio dell’immobile ed il corrispettivo per il suo ulteriore godimento; il nuovo rapporto instauratosi per effetto dell’accordo transattivo, ancorché di natura locatizia, trova la sua inderogabile regolamentazione nel detto accordo ed è sottratto alla speciale disciplina che regola la materia delle locazioni, tra cui la 1. n. 392 del 1978. La transazione così conclusa non è nulla per contrarietà al disposto dell’art. 79 della legge citata, poiché tale norma, volta ad evitare l’elusione dei diritti del conduttore a mezzo di rinuncia preventiva ad essi, non esclude la possibilità di disporre dei diritti stessi, una volta che i medesimi siano stati già acquisiti (in applicazione dell’enunciato principio, la S.C. ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha rigettato la domanda di riscatto proposta ritenendo che dalla data della stipulata transazione il contratto di locazione, relativo ad un immobile adibito a negozio, si era estinto e che il rapporto era ormai regolato dall’accordo transattivo che non prevedeva alcun diritto di prelazione in favore della conduttrice in caso di vendita dell’immobile), come indicato da Cass. 25 febbraio 2008 n. 4714.


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Se c’è un luogo in cui tiriamo fuori il meglio e il peggio di noi quello è il nostro ambiente di lavoro. Che sia per la carriera, per ottenere risultati o migliorare i guadagni le nostre capacità sono messe a dura prova e a volte diventiamo dei veri e propri malati el lavoro. Come possiamo fare in modo che tutto non ci travolga e finiamo in una spirale di cui perdiamo il controllo?

A questa domanda ci viene incontro Paul Isakson. Leggevo poco tempo fa un suo rapporto sul marketing e come promuovere il proprio Brand. Ci sono otto consigli che sono perfettamente applicabili alla nosta vita lavorativa. Sviluppare nuove capacità e diventare sul luogo di lavoro il valore aggiunto ci farà apprezzare e porterà nuovi benefici sia nell’ambiente lavorativo che ai nostri obiettivi.

Allora vediamoli nel dettaglio:

Collaborativo. Creare sinergie e collaborazioni per siluppare nuove idee. si possono raggiungere obiettivi impensabili lavorando in team.

Generoso. perchè tenersi tutto per sè?. Offri il tuo aiuto le tue competenze anche se sono disinteressate, crea fiducia verso di te.

Sperimentale. Le tue idee sono il valore aggiunto, prova nuove strade, approfondisci gli argomenti che ti appassionano e avrai sempre nuovi spunti per affinare le tue capacità.

Utile. non perdrti in giri di parole o lavori che non portano a nulla. Sii diretto, semplifica il lavoro. Ne guadagnerai in qualità.

Giocoso. un ambiente di lavoro grigio e cupo è quanto di più deleterio ci possa essere. Chi ha detto che non si può scherzare?. A volte una battuta, uscire dagli schemi aiuta ad abbassare lo stress e risolve anche situazioni imbarazzati 🙂

Personale. comprendere chi ti sta vicino è una grande qualità. Il tuo collega di lavoro ha una vita come te, gli stessi problemi e la stessa voglia di vivere, non alzare barriere e senza essere invadenti puoi condividere parte del suo mondo.

Onesto. le scorciatoie non sempre sono la strada migliore. Sii onesto prima di tutto con te stesso. Guadagnare la fiducia dei colleghi, dei clienti è il tuo biglietto da visita per una carriera di successo.

Partecipativo. Essere parte di ciò che ti circonda significa essere presente. Presente quando c’è bisogno di te, presente quando il tuo aiuto può risolvere una situazione. Sii parte attiva di quello che vuoi diventare.

“se vuoi più di quel che hai, devi essere più di quel che sei”

Adottare questi cambiamenti ti aiuterà di sicuro a sviluppare l’ autostima, imaprerai ad interagire con il prossimo con chiarezza e vivere il tuo lavoro con passione.


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Spesso, in particolare in ambito imprenditoriale, si sente parlare della cambiale. Ma come è fatta una cambiale e soprattutto in cosa consiste?
Sono previste due forme di cambiale (si utilizzano nella prassi moduli prestampati): il vaglia cambiario e la cambiale tratta.
Il vaglia cambiario consiste nella promessa che il debitore fa al creditore di provvedere al pagamento di un determinato importo. In questo caso la cambiale è sottoscritta dal debitore.
La cambiale tratta consiste, invece, nell’ordine che il creditore dà al debitore di pagare ad un terzo (che può essere lo stesso creditore) una certa somma di denaro. In questo caso la cambiale è sottoscritta dal creditore.
Per semplificare il concetto, basti pensare che il vaglia cambiario funziona come un assegno circolare (la banca si impegna a pagare l’importo richiesto dal correntista al beneficiario/creditore), mentre la cambiale tratta funziona come un assegno bancario (ordine del debitore alla banca di pagare la somma indicata al beneficiario/creditore).
Per la cambiale tratta (così come di fatto per l’assegno circolare) il debitore che riceve l’ordine di pagamento deve essere messo nella condizione di sapere che ha ricevuto tale ordine e di volersi impegnare nel pagamento: si obbligherà in tal senso solo nel caso in cui firmerà anch’egli la cambiale per accettazione (di fatto scriverà sul fronte della cambiale “per accettazione” e aggiungerà di fianco la propria firma).
I moduli prestampati contengono già tutti gli elementi necessari affinchè quello che fondamentalmente è un pezzo di carta possa valere come cambiale, bisogna solo compilarli con i dati del caso.
La cambiale presenta dei vantaggi pratici. Di seguito i due più evidenti.
Da un lato il suo utilizzo è diffuso soprattutto per “garantire” pagamenti anche rateali. Infatti, come si usa dire, la cambiale rappresenta di per sé un titolo e, pertanto, il mancato pagamento della stessa dà la possibilità a chi la detiene di agire in via esecutiva nei confronti del debitore senza dover sottostare ai lunghi tempi della giustizia per ottenere un decreto ingiuntivo. Al riguardo è essenziale che vengano apposte le marche da bollo cambiarie, nella misura del 12 per mille rispetto al valore indicato sulla cambiale, sin dalla data di emissione.
Altro vantaggio è che la cambiale può essere oggetto di girata. A livello pratico funziona come strumento alternativo alla moneta. Ad esempio, l’imprenditore che abbia un debito e possieda una cambiale rilasciata da un proprio debitore potrà accordarsi con il creditore affinchè accetti la cambiale a titolo di pagamento, ovviamente per il valore sulla stessa riportato. In questo caso, l’imprenditore, sul retro della cambiale, apporrà la girata, ossia la sua firma (anche in nome e per conto di una società/impresa), e consegnerà il “pezzo di carta” al proprio creditore. Quest’ultimo, al momento della scadenza della cambiale, chiederà il pagamento al debitore iniziale (nel caso di vaglia cambiario colui che ha promesso il pagamento, nel caso di cambiale tratta colui che ha ricevuto l’ordine di effettuare il pagamento e si è impegnato con l’accettazione) oppure, nell’eventualità in cui la cambiale risulti impagata, potrà agire anche nei confronti del proprio girante ed eventualmente dei precedenti giranti ma tale azione è però subordinata alla levata del protesto, ossia un atto pubblico con cui si accerta il mancato pagamento. In questo modo si può fare affidamento su un maggior numero di debitori e, dunque, le possibilità di ottenere il pagamento possono risultare superiori.
Poiché la normativa cambiaria è comunque vasta e presenta numerose varianti e tecnicismi, si consiglia, nel caso in cui si voglia far uso delle cambiali, di contattare comunque un avvocato per maggiori dettagli.

 


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